Acquista i biglietti
Orari
martedì 12 novembre 2024, ore 21:00
Prezzi
Dettagli
Durata: 105 minuti Genere: thriller (Iran), 2023.
Tutte le proiezioni iniziano alle 21.00 con una breve presentazione dei film; al termine, dibattito curato da Flavio Acquati del Centro Studi Cinematografico di Milano e Matteo Mazza docente e critico cinematografico.
Regia
Cast
Tbilisi, Georgia. Campionati mondiali di Judo. L'iraniana Leile Husseini è in formastraordinaria e batte le avversarie una dopo l'altra. La medaglia d'oro è possibile. Dalontano la seguono il marito e il figlio piccolo, con gli amici di sempre; da vicino, a pochimetri dal tatami, la sostiene Maryam, la sua coach.
Ma la possibilità che in finale Leilaposso incontrare un'atleta israeliana è sgradita alla Repubblica Islamica. Arriva dunquel'ordine, per lei, di ritirarsi dalla competizione: dovrà fingere un infortunio e abbandonare imondiali. Oppure trovare il coraggio di prendere una decisione impossibile.
L'israeliano Guy Nattiv e l'iraniana Zar Amir Ebrahimi sono consapevoli della forzaintrinseca del conflitto a cui è sottoposta la protagonista e lo portano alla massimaintensità, non aggiungendo distrazioni né altri elementi fondamentali al racconto.
La lottafisica è metafora di una lotta psicologica che è anche politica ed esistenziale, e trascende il singolo. Il bianco e nero universalizza quest'idea e materializza la natura estrema delricattto. Anche la scelta della Georgia non è casuale: paese coproduttore del film, è peròanche simbolo di frontiera, tra Europa e Asia, una frontiera che può essere momento diincontro oppure dolorosa sezione.
L'essenzialità è la regola e si fa questione di stile. Il bianco e il nero sono anche i coloridelle divise delle judoke, mentre l'incontro è materia di concentrazione, forza, velocità,tecnica. Il peso conta, ma il carico sulle spalle di Leila non si può misurare: non con lastessa unità di misura di chi appartiene ad un paese libero. Nell'ultima parte il film rinunciapurtroppo all'asciuttezza dei primi novanta minuti e cede alla spiegazione, con l'intenzionedi replicare forse quell'abbraccio finale tra le parti che è elemento integrale
dell'incontro edella filosofia del judo, ma si risolve qui in una perdita anziché in un guadagno.
Si perdeinfatti, la qualità più prezione del film, la tensione, e il punto di vista quasi univoco di Leilasi sfilaccia per far spazio alla parabola prevedibile di Maryam (interpretata dalla coregista)e dare priorità ad altri discorsi, nonostante quello artistico li contenesse già tutti. Nei suoi momenti migliori, infatti, 'Tatami' raggiunge una naturalecompenetrazione tra elementi tematici e formali, con lo spazio del tatami come unoschermo rovesciato o riflesso, l'orologio delle competizioni che fornisce un
timinginesorabile e s'impenna nei momenti in cui la protagonista è bloccata a terra e laresistenza che le viene richiesta è massima (pena il soffocamento, fisico e metaforico), einfine l'ambiente unico della palestra, che è luogo protetto ma anche claustrofobico, nelquale s'infiltra il pericolo, onnipresente: sola e macabra rappresentanza maschile in ununiverso tutto femminile.
Fonte: Mymovies